MISTERIOSE COSTRUZIONI CIRCOLARI" TRA NERA MONTORO E NARNI ?


di Tommaso Dore e Francesco Voce

Uno degli obiettivi del progetto “L’Italia nel Cerchio” è quello di evitare che la mancanza di studi approfonditi favorisca l’insorgere di miti e leggende, come è avvenuto nel caso delle presunte “misteriose costruzioni circolari” dei boschi fra Nera Montoro e Narni, in Umbria, pubblicate su internet ai seguenti indirizzi:


Queste “misteriose costruzioni circolari”, di cui sono state evidenziate in rete anche numerose fotografie satellitari, non hanno mancato di suscitare un dibattito fra gli appassionati del genere. In uno di questi forum troviamo scritto:
Vorrei discutere con voi di queste strane “costruzioni circolari”, se tali possono essere definite… Appaiono da Google Earth in una zona ben precisa e ristretta, nei dintorni di Nera Montoro-Narni, zona che ha già sorpreso per il ritrovamento di una necropoli, molto antica e misteriosa, di cui come sempre si sa molto poco. Queste forme circolari abbastanza precise hanno un diametro di circa 50 metri e presentano nel centro un punto ben visibile. Inoltre all’intorno c’è una sorta di disegno o ramificazione.... semplici piramidi sepolte dalla vegetazione e dal terreno o possibili costruzioni aliene?



Immagini satellitari delle "misteriose costruzioni circolari" di Nera Montoro

Abbiamo deciso quindi di recarci anche in questa località per scoprire la natura di tali insediamenti. Dalle fotografie scattate durante il sopralluogo (giugno 2011) si evince che in questo caso l’archeologia non c’entra nulla, né basi aliene, piramidi o altro…! Si tratta molto più banalmente di postazioni per la caccia agli uccelli! Strutture simili, inoltre, si trovano sparse anche in altre zone dell’Umbria, ad esempio sui monti fra Lugnano in Teverina e Guardea, e chissà in quanti altri luoghi.


La feritoia della postazione per i cacciatori

Vogliamo però evidenziare che, nonostante tutto, queste postazioni di caccia risultano molto interessanti dal punto di vista tipologico e sarebbe importante scoprire quando e chi le ha realizzate. Potrebbero essere moderne ma, più probabilmente, sono il residuo di qualche vecchia tradizione sette-ottocentesca ancora oggi praticata dai cacciatori della zona.
Sono strutture arboree molto complesse, ricavate all’interno dei boschi tramite il taglio degli alberi e la creazione di radure perfettamente circolari, con al centro una postazione d’avvistamento mimetizzata ad uso dei cacciatori (sono presenti strette feritoie e numerosi bossoli di fucile all’interno). Tutt’intorno vi è come un labirinto di siepi, simile a un giardino all’italiana, e una serie di ‘suggestivi’ alberi in parte ricostruiti ‘artificialmente’ con rami e tronchi senza fronde in modo che gli uccelli vi si possano posare senza essere nascosti dal fogliame. Di solito viene installato anche un sistema di reti molto sottili e quasi invisibili che serve per la cattura dei volatili.



Si tratta in sostanza di “roccoli” che, insieme alle “ragnaie o ragnare”, erano spesso presenti nei parchi delle antiche residenze nobiliari di villeggiatura. Eccone una precisa descrizione tratta dal volume Giardini delle Marche, a cura di Franco Panzini, Milano 1998, pp. 364-365:
Sistemi vegetali impiantati e potati in modo da favorire l’uccellagione, ubicati in posizione collinare e in prossimità di aree agricole (come vigneti o campi di cereali) che attirano i volatili. Ragnaia è termine toscano derivato da ‘ragna’, rete usata per l’uccellagione. Questa struttura, destinata alla cattura degli uccelli stanziali, è costituita da quinte regolari di essenze, prevalentemente sempreverdi, che creano stanze verdi e percorsi al di sopra dei quali sono tese reti fisse. La presenza di arbusti con bacche gradite agli uccelli e specchi d’acqua, favorisce il richiamo dei volatili, i quali sono invogliati a entrare nelle strutture verdi dove, spaventati, si alzano poi in volo rimanendo impigliati nelle reti. Per la loro conformazione regolare le ragnaie sono sovente integrate ai giardini all’italiana, dove, per via del loro disegno intricato e delimitato da schermi verdi, costituiscono anche un luogo delegato a scherzi e giochi amorosi. Roccolo è invece termine proveniente dalle regioni settentrionali e indica una struttura verde, costituita da querce, ginepri, lecci, destinata prevalentemente alla cattura degli uccelli da passo. Gli alberi, a cui sono appese sottilissime reti verticali tese con l’uso di pesi nella parte inferiore, sono disposti a chiudere un’area aperta tendenzialmente circolare, in cui gli uccelli sono attratti per mezzo di richiami vivi e cibo. Una volta a terra gli uccelli venivano spaventati con un suono improvviso e rialzandosi si impigliavano nelle reti. Annesso al roccolo è sovente un elemento costruito: una torretta-casino in muratura o un capanno in legno dove è collocato, o comandato, anche il batacchio con cui si spaventano gli uccelli.”

Roma, 22 marzo 2012


  




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